Acido Ialuronico

ACIDO IALURONICO

L’HA per la sua capacità di legare molecole di acqua ed altre sostanze dà origine a gel protettivi, particolarmente utili per applicazione sia dermica che intrarticolare. Inoltre, partecipando alla formazione di collagene e di tessuto connettivo, protegge l’organismo da virus e batteri, aumenta nel contempo la plasticità dei tessuti e garantisce un’ottimale idratazione cutanea, conferendo alla pelle elasticità e morbidezza.

L’HA esercita anche un’ importante attività cicatriziale e antinfiammatoria (Brown et al., 2005; Zaleski et al., 2006; Favia et al. 2008) in donne affette da atrofia vaginale. Costantino e coll. hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di una formulazione vaginale in ovuli contenenti HA, vitamina A e vitamina E. I risultati ottenuti hanno confermato un buon profilo di sicurezza del prodotto anche dopo un lungo periodo di trattamento.

Lo studio ha evidenziato una buona efficacia sulla secchezza vaginale e sui sintomi correlati a partire dalla prima settimana di trattamento e l’assenza di effetti avversi nella maggior parte delle pazienti (Costantino et al., 2008).

Struttura, proprietà chimiche e fisiche, metabolismo e funzione

L’acido ialuronico (HA) è un componente chiave della matrice extracellulare (ECM) ed è chimicamente un glicosamminoglicano consistente in unità disaccaridiche ripetute di acido glucuronico e N-Acetilglucosammina legati da legami β(1-4) e β(1-3). L’esatta struttura chimica dell’acido ialuronico è stata determinata per la prima volta da Weissman e Meyer nel 1954 (Brown MB. 2005, Laurent TC. 1996).

La struttura primaria dell’acido ialuronico consiste in una catena lineare con le unità monosaccaridiche legate insieme attraverso legami glicosidici β(1-4) e β(1-3). La porzione idrofobica si trova all’interno della struttura secondaria dell’acido ialuronico, formata dagli atomi di idrogeno assiali di circa otto gruppi CH sui lati alternati della molecola.

Tali porzioni idrofobiche favoriscono energeticamente la formazione della struttura terziaria a foglietto β quale risultato dell’aggregazione molecolare. La struttura terziaria è stabilizzata dalla presenza di legami idrogeno intermolecolari.

I legami idrofobici ed i legami ad idrogeno in combinazione con la contrastante repulsione elettrostatica fa si che numerose molecole si aggreghino formando una rete molecolare (matrice) di acido ialuronico.

In soluzione acquosa l’acido ialuronico subisce una transizione da caratteristiche Newtoniane a caratteristiche non Newtoniane con un incremento in peso molecolare, concentrazione e shear rate.

L’Acido Ialuronico può essere prodotto da diverse fonti: le più comuni sono l’estrazione da creste di gallo e la produzione mediante tecnologia ricombinante utilizzando il batterio Streptococco; tali tecniche consentono di ottenere prodotti con caratteristiche reologiche leggermente diverse.

Negli animali, l’acido ialuronico si forma sulla superficie cellulare dei fibroblasti i quali sono in grado inoltre di elaborare l’enzima di degradazione ialuronidasi e di internalizzare sia l’acido ialuronico sia i suoi prodotti di degradazione.

La degradazione enzimatica scinde le macromolecole di acido ialuronico in polimeri più piccoli ciascuno composto di catene dimeriche di lunghezza variabile (Price RD. 2007).

L’acido ialuronico si trova in quasi tutti gli organi dei vertebrati, ma è più abbondante nella matrice extracellulare del tessuto connettivo. È particolarmente abbondante nella pelle dei mammiferi dove costituisce una elevata frazione della matrice extracellulare del derma.

È stato stimato che la quantità totale di acido ialuronico nella pelle è di circa 5 g,  circa un terzo della quantità totale di acido ialuronico nell’intero corpo umano (Brown MB. 2005)

L’acido ialuronico è in grado di trattenere grandi quantità di molecole di acqua formando un idratante non grasso e permeabile all’acqua e un leggero film sulla pelle. La natura idrofilia dell’acido ialuronico richiama e trattiene acqua all’interno dello spazio extracellulare, determinando un aumento del volume del derma e una maggiore compattezza.

L’acido ialuronico è largamente utilizzato in quanto:
– forma una pellicola d’acqua extracellulare
– mantiene il turgore extracellulare
– idrata la pelle in caso di infiammazione.

Inoltre, aiuta a mantenere il bilancio idrico della pelle e gioca un importante ruolo nel mantenere l’integrità dei tessuti e nel facilitare la migrazione cellulare in caso di infiammazione (Brown MB. 2005, Costantino, 2008).

La più importante proprietà dell’acido ialuronico è quella dunque di legare acqua e ciò induce i proteoglicani a divenire idratati al punto che si forma una struttura simile ad un gel. La proprietà dell’acido ialuronico di idratare la pelle è più alta rispetto ad altri polisaccaridi grazie alla sua elevata capacità di legare acqua (Brown MB. 2005).

La viscosità del gel prodotto dipende da diverse proprietà comprese la lunghezza della catena, i legami crociati, il pH e le modificazioni chimiche.

Interagendo con i fibroblasti, l’acido ialuronico stimola la produzione di nuovo collagene, elastina e acido ialuronico endogeno e contrasta i radicali liberi (Laurent TC. 1996, Price RD. 2007).

L’acido ialuronico previene l’eccessivo flusso di fluidi attraverso i compartimenti tissutali, agisce quale barriera di diffusione regolando il trasporto di sostanze attraverso gli spazi intracellulari (Laurent TC. 1996) e facilita la rigenerazione dei tessuti (Price RD. 2007).

Uso in campo ginecologico

Diverse pubblicazioni dimostrano l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo dell’Acido ialuronico in campo vulnologico, oculistico, dermatologico e ginecologico.

L’acido ialuronico può essere utilizzato quale coadiuvante negli stati atrofici e distrofici e nella secchezza senile dovuta alla carenza di estrogeni. Poiché la vagina in menopausa perde il collagene e la capacità di trattenere acqua, l’acido ialuronico è utilizzato come coadiuvante nei processi di riparazione degli stati astrofici e distrofici della mucosa vaginale e nella secchezza vaginale senile dovuta alla carenza estrogenica.

Morali et al. hanno valutato in uno studio clinico l’efficacia di una formulazione in gel contenente acido ialuronico su 100 donne in post-menopausa con atrofia urogenitale con lo scopo di valutarne efficacia e sicurezza.

I risultati hanno dimostrato una notevole efficacia del prodotto sulla secchezza vaginale e su tutti gli altri sintomi e segni con una riduzione statisticamente significativa fin dalla prima settimana di trattamento.

Nello studio di Ekin et al. la somministrazione di una formulazione contenente 5 mg di acido ialuronico a 21 donne in post-menopausa con vaginite atrofica per 8 settimane ha portato un significativo miglioramento della sintomatologia vaginale, dell’atrofia epiteliale, del pH vaginale e dell’indice di maturazione vaginale (Ekin M. 2011).

L’acido ialuronico forma una piccola parte della matrice extracellulare (ECM), ma ha l’importante vantaggio di conservare la struttura indipendentemente dalla fonte ed è quindi non allergenico. La struttura chimica dell’acido ialuronico appare conservata tra le diverse specie viventi abbassando così la sua immunogenicità (Price RD. 2007).

Nello studio di Morali et al. non è stato lamentato nessun evento avverso correlato al trattamento da parte delle donne pertanto il trattamento può essere considerato efficace e sicuro e un’alternativa al trattamento dell’atrofia genitale in donne in post-menopausa specialmente quando la terapia ormonale non è raccomandata (Morali G. 2006).

L’acido ialuronico è stato largamente utilizzato in prodotti cosmetici grazie alle sue proprietà viscoelastiche e alla sua eccellente biocompatibilità. L’applicazione sulla pelle di acido ialuronico comporta idratazione e ripristino dell’elasticità.

Diversi studi sulle proprietà chimiche, fisico-chimiche e sul ruolo fisiologico negli uomini dell’acido ialuronico insieme alle proprietà versatili quali biocompatibilità, non-immunogenicità, biodegradabilità e viscoelasticità, hanno provato che l’acido ialuronico è un biomateriale ideale per uso cosmetico, medico e farmaceutico (Brown MB. 2005).